Corre la strada - Diario di viaggio lungo il Cammino Primitivo verso Santiago De Compostela
Quest'anno ho deciso che avrei impiegato le ferie per spaccarmi la schiena... e ci sono quasi riuscita.
Questo è il diario di viaggio che ho scritto lungo il Cammino Primitivo verso Santiago De Compostela (Spagna): 14 giorni di strada, fatica e allontanamento dalla quotidianità.
A distanza di poco tempo il particolare che ricordo con più forza è il dolore alle gambe, perché nonostante tutto il riposo non se ne è ancora andato... E se devo essere sincera spero che non se ne vada mai.
In molti mi hanno chiesto "qual è il motivo per cui hai deciso di farlo?", la risposta "giusta" non la so. Quando ci si trova in circostanze di convenevoli, dove c'è chi elenca peripezie mondane consumate sulle migliori mete turistiche low cost, oppure chi mugugna circa la pesantezza di una permanenza cittadina troppo prolungata, credo che non ci sia una risposta che possa competere.
Penso che ognuno abbia già un'opinione al riguardo e ciò che si aspetta da chi c'è stato sia niente di più di una serie di luoghi comuni su quanto è bello stare in vacanza e quanto sia stressante tornare a lavorare.
Sono partita con mio padre da Oviedo il 7 agosto 2015 e sono arrivata a Santiago il 20 dello stesso mese; quello che avevo di fronte non mi preoccupava, sono arrivata a Santiago con tanta fatica e l'unica cosa a cui pensavo negli ultimi giorni di cammino era dove sarei potuta andare la prossima volta.
Adesso sono in città e appena posso rivolgo lo sguardo verso la strada.
La strada è come il piatto unico: tante cose in un'unica portata, alcune buone, altre meno... Con la differenza che la strada "te la magni tutta pe' forza!". Colori, odori, dolori e sapori.
Quello che guarda il campanile è Piter, un pellegrino che abbiamo incontrato la prima volta a Salas. Non si chiama Piter, gli ho ho dato io questo nome perché come con tutti gli altri che incontriamo quasi ogni giorno ci si saluta come se ci si conoscesse da una vita senza in realtà sapere niente l'uno della vita dell'altro. Sul cammino funziona così e tutti loro già occupano un posto speciale nei miei ricordi.
Piter è perfettamente a suo agio tra strade impervie e culture differenti, l'elfo invece non lo vediamo più da due giorni: saltellava tra un sentiero e l'altro scrivendo e facendo foto; ci superava sempre di prima mattina e lo trovavamo sempre che stava finendo di mangiare mentre noi non avevamo ancora ordinato.
C'è Campanellino che si sveglia sempre con noi e arriva sempre un paio d'ore prima.
C'è la coppia che ci sorpassa diverse volte durante la giornata perché si ferma a visitare i luoghi che si incontrano.
C'è Chicco, l'amico di tutti: oggi insieme a lui si muoveva un minestrone di almeno 15 persone.
E infine c'è il pelato che abbiamo visto solo due volte e probabilmente non vedremo più perché, se è quello che si ricorda mio padre dallo scorso anno, è uno che fa il cammino tutti gli anni e trotta come un treno arrivando dove le nostre gambe non possono nemmeno immaginare!
Siamo arrivati a O Pedrouzo (ostello: Porta De Santiago) in tempo per goderci lunghe ore di intenso riposo... Quasi non ci sembrava vero... I dolori, traccia tangibile della fatica dei giorni passati, affiorano come esigenze di riscatto ma sono sicura che se chiedessi il conto... Lascerei il resto come mancia.
Ogni mattina in Spagna, prima che sorga il sole, un pellegrino si sveglia, sa che dovrà camminare in fretta altrimenti potrebbe non trovare posto in ostello.
Ogni mattina in Spagna, prima che sorga il sole, un altro pellegrino si sveglia, sa che dovrà correre più dell'altro pellegrino altrimenti quello gli frega il posto in ostello.
Ogni mattina in Spagna non importa che tu sia il primo o il secondo pellegrino, tanto Pomodoro ti passerà avanti fregando tutti e due.
- Scarpe da trekking
- Scarpe da passeggio
- Ciabattine impermeabili
- Sacco a pelo leggero
- Pantaloni tecnici
- Maglilette tecniche
- Calze antivescica
- Felpa tecnica
- K-way
- Poncio impermeabile
- Cappello impermeabile
- Bandana
- Torcia
- Marsupio
- Asciugamano tecnico
- Borraccia
- Occhiali da sole
- Fasce elastiche (caviglia / ginocchio)
- Phon
- Spille da balia e corda (per stendere il bucato)
- Ago e filo
- Medicinali (fermenti lattici / antiinfiammatorio / integratori)
- Pomata per distorsioni
- Garza + cerotto + tintura di iodio
- Saponetta di Marsiglia (per corpo e bucato)
- Fazzoletti di carta
- Salviette umidificate
- Soldi (liquidi / carta ricaricabile)
Nota bene
- Suddividi in tasche e buste in modo da avere tutto a portata di mano.
- Scegli tessuti tecnici in modo che asciughino velocemente sia dopo il bucato, sia il sudore quando li hai indosso.
- Tieni sempre con te almeno un litro d'acqua.
- Fai molta attenzione a vesciche e distorsioni.
- Ti capiterà spesso di trovarti senza copertura per la rete telefonica, quindi sii prudente.
- Se hai i capelli lunghi porta il Phon... Meglio un po' di peso in più che un raffreddore a metà strada.
- Stai molto attento alla salute.
- Non lasciare sporcizie in giro.
Questo è il diario di viaggio che ho scritto lungo il Cammino Primitivo verso Santiago De Compostela (Spagna): 14 giorni di strada, fatica e allontanamento dalla quotidianità.
A distanza di poco tempo il particolare che ricordo con più forza è il dolore alle gambe, perché nonostante tutto il riposo non se ne è ancora andato... E se devo essere sincera spero che non se ne vada mai.
In molti mi hanno chiesto "qual è il motivo per cui hai deciso di farlo?", la risposta "giusta" non la so. Quando ci si trova in circostanze di convenevoli, dove c'è chi elenca peripezie mondane consumate sulle migliori mete turistiche low cost, oppure chi mugugna circa la pesantezza di una permanenza cittadina troppo prolungata, credo che non ci sia una risposta che possa competere.
Penso che ognuno abbia già un'opinione al riguardo e ciò che si aspetta da chi c'è stato sia niente di più di una serie di luoghi comuni su quanto è bello stare in vacanza e quanto sia stressante tornare a lavorare.
Sono partita con mio padre da Oviedo il 7 agosto 2015 e sono arrivata a Santiago il 20 dello stesso mese; quello che avevo di fronte non mi preoccupava, sono arrivata a Santiago con tanta fatica e l'unica cosa a cui pensavo negli ultimi giorni di cammino era dove sarei potuta andare la prossima volta.
Adesso sono in città e appena posso rivolgo lo sguardo verso la strada.
Primo giorno
Sull'aereo si potevano già distinguere i volti dei viaggiatori: rigorosamente zaino in spalla fatto passare come bagaglio a mano, compresso nella cappelliera.
Con l'arrivo a Oviedo è iniziata la ricerca disperata dell'ostello: la guida segnalava un indirizzo in cui c'era un edificio chiuso. Grazie alle indicazioni di un passante gentile abbiamo trovato finalmente l'Albergue El Salvador... Ci riposiamo per la partenza all'alba. Oh Maria Salvador!
Secondo giorno
Colazione frugale alle sei del mattino, firma del registro delle presenze e si parte!
Un passo dopo l'altro dalla Piazza della Cattedrale di Oviedo siamo arrivati a Cabrugnana dopo 37 chilometri.
Primo intoppo lungo l'itinerario prefissato: l'ostello a cui puntavamo (quello di Villapanada) non aveva più posti al nostro arrivo, per cui non ci restava che sperare nella tappa successiva.
Con molta fatica ci siamo recati all'Albergue De Peregrinos a Cabrugnana; abbiamo consumato un pasto abbondante insieme ad altri viaggiatori: a tavola con noi un seminarista, una giovane ragazza, un padre di famiglia, tutti e tre viaggiatori solitari. Il seminarista se la intendeva con la ragazza ma non li abbiamo più incontrati, chissà che fine hanno fatto.
Abbiamo dormito in uno stanzone pieno di letti a castello e di materassi appoggiati direttamente sul pavimento. Essere donna in questo tipo di situazioni ha i suoi vantaggi: eravamo talmente poche che non abbiamo dovuto fare la coda per il bagno.
Terzo giorno
Dopo la tappa di ieri questa mattina il risveglio è stato traumatico; per di più da Cabrugnana a Salas (cioè per 20 chilometri) non abbiamo incontrato un punto di ristoro... Inizio a pensare che questo genere di cose non faccia per me...
Quando eravamo quasi giunti a destinazione sono quasi svenuta; mi sono dovuta sdraiare sul ciglio della strada aspettando che le gambe ricominciassero a fare il loro dovere. Per fortuna avevo con me gli integratori da sciogliere nella borraccia.
Durante una delle nostre soste ci hanno raggiunto altri due pellegrini, abbiamo scambiato due parole grazie al mio inglese traballante, mi hanno offerto pane e salame: ho capito che nei giorni seguenti la colazione da sola non sarebbe bastata.
All'arrivo all'Albergue La Campa ci aspettava un letto, la doccia e il frigo pieno; la divina provvidenza mi ha premiato con tanto cibo: nel locale di fronte il menù del pellegrino è composto da 5 portate, di cui 3 minestre e il gelato.
La strada è come il piatto unico: tante cose in un'unica portata, alcune buone, altre meno... Con la differenza che la strada "te la magni tutta pe' forza!". Colori, odori, dolori e sapori.
Quarto giorno
Ogni cartello che incontro segna sempre un chilometro alla prossima città... Ma quanto sono lunghi i chilometri in Spagna?
Abbiamo raggiunto Tineo in una giornata di sole, attraversando campi coltivati e passando in mezzo a un gregge di mucche che ci bloccava il passo. L'ostello Palacio Meras è un hotel attrezzato per i pellegrini: abbiamo potuto lavare e asciugare i vestiti e goderci la calda quiete del paese.
Abbiamo raggiunto Tineo in una giornata di sole, attraversando campi coltivati e passando in mezzo a un gregge di mucche che ci bloccava il passo. L'ostello Palacio Meras è un hotel attrezzato per i pellegrini: abbiamo potuto lavare e asciugare i vestiti e goderci la calda quiete del paese.
Il cammino è disseminato di conchiglie gialle e frecce di ogni tipo, i pellegrini si aiutano componendo piccoli cumuli di pietre che somigliano a sculture fatte dagli elfi.
Corre la strada che sa dove andare
Che tocca il celo che sembra volare
Tra cacche giganti e grandi passioni
Se non sei motivato puoi scassarti i c......ni
Quinto giorno
Oggi siamo passati dai 400 ai 900 metri e poi di nuovo discesi a 500. Il tempo accenna a peggiorare, il freddo si mescola alla stanchezza, ci trasciniamo lungo il cammino e per 13 chilometri non troviamo rifornimento. Capita spesso che non riesca a tenere il passo e rimanendo in dietro vengo avvolta da una coltre di nebbia e pietre, terra e solitudine.
Davanti a noi ancora tanta strada... Pernottiamo nel miglior albergo di Pola De Allende: La Nueva Allandesa.
Sembrava dovesse piovere e invece la montagna ci ha regalato un panorama meraviglioso.
Siamo saliti a 1200 metri e la vista da qui è uno spettacolo.
Siamo saliti a 1200 metri e la vista da qui è uno spettacolo.
Quando ero quasi sulla vetta mi sono fermata sotto un albero secco, in un punto in cui altri pellegrini avevano fatto cumuli di pietre e ho fatto il mio. Mi sono guardata attorno e non c'era nessuno, solo un cavallo che mi osservava da lontano.
Abbiamo dovuto proseguire fino a La Mesa perché a Barducedo non c'era posto; qui abbiamo raggiunto l'Albergue De Peregrinazione, un casolare povero, ricolmo di brande, poco lontano da una manciata di case che non si possono nemmeno definire paese.
Siamo tutti insieme dentro questo stanzone sovraffollato, non c'è un posto dove mangiare, abbiamo dato fondo ai taralli, alla frutta secca e alle caramelle. Prima di cena ha iniziato a piovere sui vestiti stesi ad asciugare.
Settimo giorno
Piove da ieri sera e le scarpe sono ormai degli ecosistemi. Oggi abbiamo attraversato l'invaso di Grandas De Saline: 13 chilometri sotto la pioggia e in mezzo al bosco... Praticamente dentro una scena di Twilight. Dopo fango, pioggia e lo strapiombo, siamo arrivati all'albergue La Reigada.
Ci sono alcune usanze dei pellegrini che si possono riscontrare solo lungo il cammino: stendere la biancheria sullo zaino, accumulare pietre, disegnare frecce per indicare agli altri pellegrini la direzione, e quella che mi è sembrata più strana: abbandonare le scarpe.
Le scarpe che si trovano lungo il cammino non sono lasciate disordinatamente come fossero immondizia, vengono posate sui muretti oppure sul ciglio delle strade, in maniera ordinata, come se il loro padrone dovesse tornare da un momento all'altro a riprenderle.
La stanchezza dei giorni si somma, lo zaino grida il suo peso e le scarpe sono ancora troppo umide...
Una coltre di nebbia ci avvolge impietosa e ostacola la vista del paesaggio...
A un certo punto un gruppo di ragazzi ci affianca e ci accompagna per diversi chilometri; la stanchezza si dissolve, lo zaino tace, le scarpe si confondono con la terra, il tempo non esiste e arriva presto Fonsagrada.
Ottavo giorno
Oggi la strada corre veloce, davanti a noi 27 chilometri e un picco di 1090 metri di altitudine.La stanchezza dei giorni si somma, lo zaino grida il suo peso e le scarpe sono ancora troppo umide...
Una coltre di nebbia ci avvolge impietosa e ostacola la vista del paesaggio...
A un certo punto un gruppo di ragazzi ci affianca e ci accompagna per diversi chilometri; la stanchezza si dissolve, lo zaino tace, le scarpe si confondono con la terra, il tempo non esiste e arriva presto Fonsagrada.
Stanotte si dorme a Casa Manolo, dove possiamo lavare e asciugare i nostri indumenti umidi da troppo tempo.
Piter è perfettamente a suo agio tra strade impervie e culture differenti, l'elfo invece non lo vediamo più da due giorni: saltellava tra un sentiero e l'altro scrivendo e facendo foto; ci superava sempre di prima mattina e lo trovavamo sempre che stava finendo di mangiare mentre noi non avevamo ancora ordinato.
C'è Campanellino che si sveglia sempre con noi e arriva sempre un paio d'ore prima.
C'è la coppia che ci sorpassa diverse volte durante la giornata perché si ferma a visitare i luoghi che si incontrano.
C'è Chicco, l'amico di tutti: oggi insieme a lui si muoveva un minestrone di almeno 15 persone.
E infine c'è il pelato che abbiamo visto solo due volte e probabilmente non vedremo più perché, se è quello che si ricorda mio padre dallo scorso anno, è uno che fa il cammino tutti gli anni e trotta come un treno arrivando dove le nostre gambe non possono nemmeno immaginare!
Nono giorno
Oggi è stata particolarmente dura ma finalmente ho recuperato la forza, ho scalato vette impervie, incontrato elfi e nani, abbattuto draghi sputa fiamme, recuperato anelli magici, soggiogato pericolosissimi troll, salvato principesse e sconfitto definitivamente le forze del male.
Anche oggi abbiamo avuto la brutta sorpresa di non trovare posto per dormire nella tappa che avevamo stabilito (Cadavo), per questo abbiamo dovuto proseguire fino a Castro Verde alla Pension Presidencia Cortès.
Ieri sera stavamo parlando proprio di questo con alcuni pellegrini che incontriamo spesso e loro ci dicevano di aver scelto di andare direttamente a Castro Verde per accorciare il cammino di un giorno, è stato così, parlando delle tappe, che ho scoperto che mio padre per non farmi sentire la stanchezza dichiarava meno chilometri di quelli effettivi. Non avevo nemmeno preso in considerazione l'ipotesi di arrivare fino a Castro Verde e infatti... La foto qui sotto rende perfettamente lo stato d'animo.
Decimo giorno
Il clima migliora, la strada diventa più morbida e con essa ogni momento che passa, ogni persona che incontriamo e ogni passo che facciamo sembrano fluttuare nella dolcezza del ricordo che diventerà domani.
Abbiamo raggiunto Lugo, la città più grande dopo Oviedo e prima di Santiago, siamo arrivati all'ostello municipale con sufficiente anticipo e ci siamo goduti un po' di turismo tradizionale.
Undicesimo giorno
Trentadue chilometri e poi al letto senza cena! Anche oggi niente posto dove dormire. Siamo arrivati esausti perché la tappa era già lunga e quando abbiamo realizzato che avremmo dovuto percorrere ancora 6 chilometri abbiamo sperato che avessero pietà di noi e ci facessero dormire sul pavimento della lavanderia. Ovviamente erano solo vane speranze e, prima di perdere il ritmo, abbiamo proseguito verso l'Albergue De Seixa ad As Seixas.
L'atmosfera è bellissima, quando sono arrivata ero talmente stanca che non sentivo più nemmeno il dolore dei piedi, mi sono stesa sul lettino ammirando la luce del tramonto filtrare dalla finestra... E ho sentito di trovarmi esattamente dove avrei voluto.
In questa foto potete vedere, seduto sul divano di fronte, Forza Scozia, un californiano da corsa che viaggia come un treno con il suo gonnellino strategico.
Poi c'è Un Chilometro, di lui non so niente ma una volta ci siamo messi a ridere perché, come vi dicevo, gli asturiani quando ti danno indicazioni ti dicono sempre che manca un chilometro e poi ti ritrovi a camminare per ore prima di raggiungere la meta.
Ieri abbiamo incontrato per la prima volta il Serial Killer, è un ragazzo giovane, viaggia da solo stringendo un rosario bianco, è vestito griffato ma elemosina il pane... Viaggiava con noi ma non ha dormito nello stesso ostello e intorno non c'era niente per chilometri...
In fine c'è Massimo, lui è l'unico ad avere un nome perché tutti sanno il suo nome. Lo abbiamo incontrato la mattina del secondo giorno a Cabrugnana e lo incontriamo regolarmente lungo il cammino. Massimo viaggia da solo, si perde e si ritrova continuamente, dorme ovunque e socializza con tutti.
A proposito dei soprannomi, oggi pochi chilometri dopo Melide, ci siamo seduti a bere un zumo de naranja (succo d'arancia), mio padre aveva appena finito di rimproverarmi per tutto il tempo che trascorro su internet, quando vedo passare lo spagnolo spilungone e alzo il braccio per salutarlo; un attimo dopo passa Forza Scozia e lo saluto divertita dal fatto che nonostante adesso il cammino sia pieno di viaggiatori, pellegrini e turisti, continuiamo a incontrare le solite facce.
Mi sembrava strano rivedere i vecchi compagni di viaggio in mezzo alla folla del cammino francese.
Forza Scozia risponde al saluto, si avvicina e si siede con noi ordinando una cerveza (birra).
Scambiamo due chiacchiere tra il suo perfetto inglese californiano e il mio scolastico misto maccheronico e scopro che il suo cammino è iniziato a Saint Jean Pied De Port (cioè all'inizio del cammino Francese) mi racconta che ha raggiunto Leon e poi ha deviato verso Oviedo per intraprendere il Camino Primitivo, quando gli ho chiesto come mai avesse scelto proprio questo cammino ha risposto con gli occhi lucidi "ne ho bisogno... perché io sono stato in Vietnam".
Sembra assurdo... Tutto quello che abbiamo passato in questi giorni è ormai passato... E adesso sorseggiamo birra come se fossimo in vacanza e ridiamo dei nostri 32 chilometri e dei loro 5, 10, 15 al massimo.
Poi c'è Un Chilometro, di lui non so niente ma una volta ci siamo messi a ridere perché, come vi dicevo, gli asturiani quando ti danno indicazioni ti dicono sempre che manca un chilometro e poi ti ritrovi a camminare per ore prima di raggiungere la meta.
Ieri abbiamo incontrato per la prima volta il Serial Killer, è un ragazzo giovane, viaggia da solo stringendo un rosario bianco, è vestito griffato ma elemosina il pane... Viaggiava con noi ma non ha dormito nello stesso ostello e intorno non c'era niente per chilometri...
In fine c'è Massimo, lui è l'unico ad avere un nome perché tutti sanno il suo nome. Lo abbiamo incontrato la mattina del secondo giorno a Cabrugnana e lo incontriamo regolarmente lungo il cammino. Massimo viaggia da solo, si perde e si ritrova continuamente, dorme ovunque e socializza con tutti.
A proposito dei soprannomi, oggi pochi chilometri dopo Melide, ci siamo seduti a bere un zumo de naranja (succo d'arancia), mio padre aveva appena finito di rimproverarmi per tutto il tempo che trascorro su internet, quando vedo passare lo spagnolo spilungone e alzo il braccio per salutarlo; un attimo dopo passa Forza Scozia e lo saluto divertita dal fatto che nonostante adesso il cammino sia pieno di viaggiatori, pellegrini e turisti, continuiamo a incontrare le solite facce.
Mi sembrava strano rivedere i vecchi compagni di viaggio in mezzo alla folla del cammino francese.
Forza Scozia risponde al saluto, si avvicina e si siede con noi ordinando una cerveza (birra).
Scambiamo due chiacchiere tra il suo perfetto inglese californiano e il mio scolastico misto maccheronico e scopro che il suo cammino è iniziato a Saint Jean Pied De Port (cioè all'inizio del cammino Francese) mi racconta che ha raggiunto Leon e poi ha deviato verso Oviedo per intraprendere il Camino Primitivo, quando gli ho chiesto come mai avesse scelto proprio questo cammino ha risposto con gli occhi lucidi "ne ho bisogno... perché io sono stato in Vietnam".
Dodicesimo giorno
Il Cammino Francese non ha niente a che vedere con il Cammino Primitivo... Un mare di "zainetti mosci" si fotografa, sorride e si guarda attorno con aria stupefatta mentre noi ringhiamo per un posto letto, ci puliamo la bocca nelle maniche e ci assopiamo con il sole per essere di nuovo in piedi almeno un'ora prima che sorga.Sembra assurdo... Tutto quello che abbiamo passato in questi giorni è ormai passato... E adesso sorseggiamo birra come se fossimo in vacanza e ridiamo dei nostri 32 chilometri e dei loro 5, 10, 15 al massimo.
Il cammino adesso ci vizia con mille bar e ostelli tra cui scegliere e la paura di non arrivare prima che faccia notte e del non trovare cibo è ormai un ricordo.
Tra i tanti abbiamo scelto l'Albergue Santiago Apostol ad Arzùa.
Tredicesimo giorno
Il cammino francese è un fiume di intenti e di anime. Oggi siamo partiti prima dell'alba lungo una processione infinita.Siamo arrivati a O Pedrouzo (ostello: Porta De Santiago) in tempo per goderci lunghe ore di intenso riposo... Quasi non ci sembrava vero... I dolori, traccia tangibile della fatica dei giorni passati, affiorano come esigenze di riscatto ma sono sicura che se chiedessi il conto... Lascerei il resto come mancia.
Per buona parte del cammino si incontrano boschi di eucalipto e se capita di passarci nei giorni di sole il loro profumo pervade l'aria regalando al passante una piacevole sensazione di "casa".
Ci siamo quasi.
Ecco Santiago e la voglia di sdraiarmi al sole di fronte alla cattedrale; la voglia di guardare in alto e dire qualcosa, non importa cosa, basta guardare in alto... Chi ha fatto il cammino sa cosa dire.
Alla fine del cammino non esiste Dio o credenza in particolare: il cuore di un pellegrino è colmo di qualcosa che solo il cielo può capire.
Quattordicesimo giorno
Partenza a digiuno alle sei del mattino, a quell'ora non c'è nessun bar aperto; due chilometri nel bosco senza luce del sole; poi la colazione e la strada che diventa sempre più affollata... Alcuni incontri... Facce stanche e felici, strette di mano e incitamenti.Ci siamo quasi.
Ecco Santiago e la voglia di sdraiarmi al sole di fronte alla cattedrale; la voglia di guardare in alto e dire qualcosa, non importa cosa, basta guardare in alto... Chi ha fatto il cammino sa cosa dire.
Alla fine del cammino non esiste Dio o credenza in particolare: il cuore di un pellegrino è colmo di qualcosa che solo il cielo può capire.
Quindicesimo giorno
All'arrivo a Santiago abbiamo incontrato tanti di coloro che sono stati i nostri compagni di viaggio in questi giorni. Ci siamo salutati con la felicità di chi pensa "ce l'ho fatta" insieme a tutte le emozioni che connotano il suo cammino personale.
Un pezzo dell'ultimo tratto lo abbiamo percorso insieme a Schwartz, l'austriaco canuto che nella tappa con arrivo ad Arzua ci ha accolto con un gran sorriso e, arrivati a Santiago, ci ha salutato con lo stesso bellissimo sorriso di benvenuto.
Poi c'è Puglia For Ever, un duo di ragazzi con tanta voglia di vivere, che abbiamo incontrato a colazione l'ultimo giorno dopo qualche giorno che ci eravamo persi e quando scendevamo la collina verso Santiago li abbiamo ritrovati sul ciglio della strada che ci incitavano con clamore; ci abbiamo scambiato ancora qualche parola l'altra sera, sempre con lo stesso entusiasmo, e sembrava davvero che non avremmo smesso più di incontrarci per caso.
In fine c'è Pomodoro (nella foto sotto è il pellegrino sulla sinistra), per cui ho scritto una storiella originale, totalmente inventata, ogni riferimento è puramente casuale...
Poi c'è Puglia For Ever, un duo di ragazzi con tanta voglia di vivere, che abbiamo incontrato a colazione l'ultimo giorno dopo qualche giorno che ci eravamo persi e quando scendevamo la collina verso Santiago li abbiamo ritrovati sul ciglio della strada che ci incitavano con clamore; ci abbiamo scambiato ancora qualche parola l'altra sera, sempre con lo stesso entusiasmo, e sembrava davvero che non avremmo smesso più di incontrarci per caso.
In fine c'è Pomodoro (nella foto sotto è il pellegrino sulla sinistra), per cui ho scritto una storiella originale, totalmente inventata, ogni riferimento è puramente casuale...
Ogni mattina in Spagna, prima che sorga il sole, un pellegrino si sveglia, sa che dovrà camminare in fretta altrimenti potrebbe non trovare posto in ostello.
Ogni mattina in Spagna, prima che sorga il sole, un altro pellegrino si sveglia, sa che dovrà correre più dell'altro pellegrino altrimenti quello gli frega il posto in ostello.
Ogni mattina in Spagna non importa che tu sia il primo o il secondo pellegrino, tanto Pomodoro ti passerà avanti fregando tutti e due.
Alcuni consigli utili
La guida che abbiamo utilizzato è: "Il Cammino Primitivo" edita da Terre Di Mezzo, con l'aiuto dell'app: "Mi Camino".
Il cammino primitivo è molto meno frequentato e molto meno attrezzato rispetto a quello francese e proprio per questo è molto più avvincente.
Il cammino primitivo è molto meno frequentato e molto meno attrezzato rispetto a quello francese e proprio per questo è molto più avvincente.
Per evitare di trovarti in difficoltà (se non sei un avventuriero) prenota il posto letto quando è possibile (in alcuni ostelli la prenotazione non è consentita) e porta con te sempre un'abbondante scorta di acqua e una riserva di cibo.
Ho sentito di pellegrini che hanno dovuto dormire in luoghi di fortuna perché erano arrivati troppo tardi ed era già sera; in ogni caso non sei mai solo, le persone del posto ti aiuteranno sempre.
Fai attenzione a dove trovi le lavatrici, quella che attraversi è una regione piovosa e lavare e stendere gli indumenti non è facile anche in estate.
Viaggia leggero e impermeabilizzato, ti puoi trovare a passare in zone con temperature medie differenti.
Parti allenato.
Fai attenzione a dove trovi le lavatrici, quella che attraversi è una regione piovosa e lavare e stendere gli indumenti non è facile anche in estate.
Viaggia leggero e impermeabilizzato, ti puoi trovare a passare in zone con temperature medie differenti.
Parti allenato.
Cosa ho portato nello zaino
- Zaino dentro alle misure del bagaglio a mano- Scarpe da trekking
- Scarpe da passeggio
- Ciabattine impermeabili
- Sacco a pelo leggero
- Pantaloni tecnici
- Maglilette tecniche
- Calze antivescica
- Felpa tecnica
- K-way
- Poncio impermeabile
- Cappello impermeabile
- Bandana
- Torcia
- Marsupio
- Asciugamano tecnico
- Borraccia
- Occhiali da sole
- Fasce elastiche (caviglia / ginocchio)
- Phon
- Spille da balia e corda (per stendere il bucato)
- Ago e filo
- Medicinali (fermenti lattici / antiinfiammatorio / integratori)
- Pomata per distorsioni
- Garza + cerotto + tintura di iodio
- Saponetta di Marsiglia (per corpo e bucato)
- Fazzoletti di carta
- Salviette umidificate
- Soldi (liquidi / carta ricaricabile)
Nota bene
- Suddividi in tasche e buste in modo da avere tutto a portata di mano.
- Scegli tessuti tecnici in modo che asciughino velocemente sia dopo il bucato, sia il sudore quando li hai indosso.
- Tieni sempre con te almeno un litro d'acqua.
- Fai molta attenzione a vesciche e distorsioni.
- Ti capiterà spesso di trovarti senza copertura per la rete telefonica, quindi sii prudente.
- Se hai i capelli lunghi porta il Phon... Meglio un po' di peso in più che un raffreddore a metà strada.
- Stai molto attento alla salute.
- Non lasciare sporcizie in giro.
Il cammino è solo tuo, fallo con tutto te stesso. Lungo il cammino troverai e lascerai cose e persone, fai attenzione a cosa prendi e a cosa dai. Lungo il mio cammino ho trovato e lasciato cose che faranno parte di me per tutta la vita e spero che il racconto che ho lasciato a te adesso ti abbia fatto vivere ciò che ho vissuto mentre c'ero dentro.
Buen Camino!